Flessibilità e orientamento alla Persona

Data pubblicazione: martedì, 20/04/2021


Lavorare con le persone fragili, in particolare con gli anziani, richiede organizzazioni flessibili ed orientate ad affrontare i problemi in modo multidisciplinare.

Non si può pensare che la stessa cura e lo stesso personale siano adatti per tutti gli anziani!

Non serve certo richiamare tutta la letteratura di settore, ma se è vero che l’anziano presenta spesso diverse patologie concomitanti e problemi vari di funzionamento è abbastanza improbabile che un approccio monodimensionale e di singolo professionista possa essere considerato sufficiente. Probabilmente poco utili sono pure i protocolli per patologia.

Serve personale ben addestrato, motivato e in grado di lavorare in equipe. 

Da un lato quindi servono figure capaci di utilizzare strumenti che li supportino nel rilevare i problemi attraverso una valutazione multidimensionale di ultima generazione; magari gestita non su carta ma con device che consentano di andare nel luogo di vita dell’assistito a fare la valutazione, che consentano il collegamento con lo specialista per particolari problematiche e che permettano la videoregistrazione di pezzi del consulto sulla base dei quali lo specialista può prescrivere interventi o farmaci dalla sua postazione e l’infermiere applicarli all’istante senza rischio.

 Dall’altro, come si vede, serve una organizzazione molto flessibile. Un gruppo di persone ben addestrate e soprattutto servono dei valori forti e condivisi e un orientamento all’assistito diffuso.

In questo periodo pandemico abbiamo visto che, in fondo, i professionisti del settore sociosanitario e socioassistenziale sono capaci di mettere in campo questi valori.

Ora servirebbe che le organizzazioni facciano in modo che l'orientamento alla persona sia il cuore del piano strategico di ridisegno dei servizi. 

Non è più tempo dei classici modelli organizzativi.

Qui e ora serve qualcosa di nuovo!